Dino Buzzati
«Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse)».
Ago. 7th | Posted by Perdipiave 1 comments
Bisogna che mi decida finalmente a scrivere qualcosa sulla terra dove sono nato. Ne ho la voglia da parecchie centinaia d’anni ma non riuscivo mai a partire. Perché si dà questo curiosissimo caso: se qualsiasi italiano di qualsiasi regione proclama che la sua terra è stupenda e che ci sono meravigliosi monumenti e meravigliosi paesaggi e così via, nessuno trova niente da dire. Ma se io dico che la mia terra è uno dei posti più belli non già dell’Italia ma dell’intero globo terracqueo, tutti cascano dalle nuvole e mi fissano con divertita curiosità. La mia patria infatti si chiama Belluno e benché sia capoluogo di provincia, vado constatando da decenni che quasi nessuno tranne i bellunesi, sappia dove sia (e molti anzi ne ignorano perfino l’esistenza). Intanto, per cominciare, quei pochissimi che credono di saperne qualche cosa, si sbagliano due volte. “Ah, Belluno! – dicono immancabilmente – è in Friuli vero?”. E invece non è vero niente. Perché non si dice Frìuli, ma Friùli, con l’accento sull’u. E soprattutto perché Belluno non si trova affatto nel Friuli. (Il quale corrisponde alla vallata del Tagliamento mentre Belluno è sulla riva del Piave). Altra cosa mortificante. La maggior fama della mia terra presso gli italiani è di essere un vivaio di ottime donne di servizio. Balie, bambinaie, cameriere, domestiche, serve: ecco la gloria della contrada che mi ha dato i natali. Distintissimi seguono, quali celebrità, Gerolamo Segato il pietrificatore dei cadaveri, il dottor Pagello amante di George Sand e il Papa Gregorio della Colomba, nell’ordine. Ma sono rinomanze assai esigue, per la verità, ristrette all’ambito delle persone cosiddette colte. Cosicché, nella mente dell’italiano medio, la parola Belluno fa sorgere soltanto due idee: il Frìuli con l’accento sbagliato. E le serve. Per il resto, zero via zero
Dino Buzzati