Il nettare imprigionato…
Di buon mattino ripartiamo per la quarta tappa di Perdipiave, camminando lungo il Piave da Salgareda a Ponte di Piave in un contesto naturale davvero splendido.
Arrivati a Ponte di Piave, ci fermiamo per una sosta in un tipico locale della tradizione veneta, l’antica osteria Torre Morosini, dove il gestore, l’amico Claudio Rorato, ci illustra le specialità che hanno conquistato il palato di giovani e meno giovani. Qui conosciamo anche la signora Alessandra Carretta, il cui padre Guido fu grande amico dello scrittore Goffredo Parise (che in queste zone scrisse alcune delle sue opere più significative) con il quale faceva lunghe passeggiate a cavallo lungo il Piave.
Risaliamo in direzione Ormelle, dove facciamo una deviazione verso la piccola frazione di Tempio per andare a scoprire la Chiesa dei Templari, risalente al XII secolo, uno dei pochissimi luoghi di culto dell’Ordine templare rimasti conservati in Italia. Alle spalle dell’antica chiesa, abbiamo anche modo di ammirare il corso del fiume Lia che in questa zona ha la particolarità di scorrere controcorrente per circa un chilometro (un po’ come il nostro viaggio di risalita del Piave).
Ma questa è la tappa alla scoperta di uno dei simboli del Piave, il suo vino per eccellenza, il Raboso. Per questo, con nostra grande gioia, raggiungiamo l’azienda vinicola Casa Roma a San Polo di Piave dove troviamo ad accoglierci il titolare Luigi Peruzzetto che, assieme ad altri amici del luogo, ci raccontano la storia di questo “nettare”, dal colore rosso rubino, oggi riscoperto e rivalorizzato sui mercati nazionali e internazionali.
Facciamo pochi chilometri e, sempre a San Polo di Piave, visitiamo la vicina Chiesa di San Giorgio. Risalente al XIV secolo conserva un ciclo di splendidi affreschi realizzati dal pittore feltrino Giovanni di Francia, tra i quali un’affascinante “Ultima cena” del 1466 che raffigura i commensali intenti a desinare con gamberi di fiume, al tempo presenti nelle acque del Piave, e calici di vino rosso (forse proprio il Raboso tipico di queste zone).
Il nostro cammino di giornata si conclude in serata nel suggestivo Borgo Malanotte, un piccolissimo abitato risalente al 1670, in cui ci furono violenti scontri nel corso della Grande Guerra (ospitava un bunker dell’esercito austriaco) ed oggi teatro di eventi culturali in primavera ed estate che richiamano migliaia di persone.
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