Perdipiave

Sulla "olta delle mole" a Cadola

Un'ansa del Piave dove un tempo si lavoravano le mole da macina

Sulla “olta delle mole” a Cadola

Sulla “olta delle mole” a Cadola

Ci rimettiamo in cammino verso Ponte nelle Alpi dove troviamo un caro amico di Perdipiave, Pierpaolo Collarin, che assieme ad altri amici del posto ci guidano lungo il Piave in direzione Cadola.

In un tratto sassoso, in mezzo alla vegetazione, scendiamo lungo l’argine per ammirare il corso del fiume in quella che viene chiamata “olta delle mole“, una lunga ansa del Piave in cui, un tempo, sorgeva una cava per la lavorazione della pietra con cui si realizzavano le mole da macina per i mulini che da qui venivano fluitate con le zattere verso Venezia, per poi essere vendute dai mercanti veneziani in tutto l’Adriatico e il Mediterraneo.

Anche l’anno scorso, durante il primo viaggio di Perdipiave, abbiamo potuto scoprire la lavorazione delle mole in questa zona visitando l’antico borgo di Soccher distante pochissimi chilometri.

In questo tratto il Piave mostra anche la forza delle sue acque, tra flutti e cascate, nonostante oggi la portata d’acqua del fiume sia purtroppo solo una minima parte per le tantissime derivazioni e gli approvvigionamenti delle centrali idroelettriche sparse lungo il suo corso, come quella di Soverzene a poca distanza da qui.

Continuiamo la nostra esplorazione del Piave e, assieme ai nostri amici, ci dirigiamo verso una “spiaggetta” fluviale che i ragazzi del luogo hanno battezzato “Tito Beach“.

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Ago. 4th | Posted by 0 comments

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